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intermezzo | 515 |
E tutte senza fine e senza scopo,
Come il mio tedio e il mio
Dispetto che cominciano da un tropo
40Per naufragare in Dio.
O numi, o eroi, che belli e fieri un giorno
Vi rompevate il grugno
L’un l’altro! o tori, e voi tra corno e corno
44Abbattuti d’un pugno!
O terga rosolate e fumiganti
Lungo il divino Egeo!
Oggi noi siamo a dieta, e sempre avanti,
48Ci dan questo cibreo:
Questo cibreo del cuore, in verso e in prosa,
Co ’l solito guazzetto
Di quella sua secrezïon muccosa
52Che si chiama l’affetto.
Un dí, quando Parigi urlò protervo
Ne la reggia soletta
Come ansante canea che, preso il cervo,
56I visceri ne aspetta,