Manca l’aria; e, come attratti i cavalli e le persone
24Ne la plumbëa d’un sogno infinita regïone,
Arrembando ed arrancando per gli spazi sordi e bigi
Marcian con le immote insegne per entrare a San Dionigi.
Viva il re! Giú da i profondi sotterranei de la chiesa
28Questa voce di saluto come un brontolo fu intesa:
E da l’ossa che in quei campi la repubblica disperse
Una nube di fumacchi si formava, e fuori emerse
Uno stuolo di fantasmi: donne, pargoli, vegliardi,
32Conti, vescovi, marchesi, duchi, monache, bastardi;
Tutti principi del sangue: tronchi, mózzi, cincischiati,
In zendadi a fiordiligi stranamente avvoltolati.
Entro i teschi aguzzi e mondi che parean d’avorio fino
36Luccicavano le occhiaie d’un sottil fuoco azzurrino.