Viva il re! Ma il ciel di Francia non conosce il sacro segno;
E la seta vergognosa si restringe intorno al legno.
Piú che mai su gli aurei gigli bigio il cielo e freddo appare:
12Con la pace de gli scheltri stanno gli alberi a guardare;
E gli augelli, senza canto, senza rombo, tristi e neri,
Guizzan come frecce stanche tra i pennoni ed i cimieri.
Viva il re! Ma i lieti canti ne le trombe e ne le gole
16Arrochiscono, ed aggelano su le bocche le parole.
Arrochiscono; ed un rantolo faticoso d’agonia
Par che salga su da’ petti de l’allegra compagnia.
Cresce l’ombra de le nubi, si distende su la terra,
20Ed un’umida tenèbra quel corteggio avvolge e serra.
Dan di sprone i cavalieri, i cavalli springan salti:
Sotto l’ugne percotenti suon non rendono i basalti.