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476 | giambi ed epodi |
XXIV.
ALLA MORTE DI GIUSEPPE MAZZINI
Quando — Egli è morto — dissero,
Io, che qui sola eterna
3Credo la morte, un fremito
Correr sentii l’interna
Vita ed al cuore assiderarmi un gel.
Immortal lui credeva. E gli occhi torbidi
7Volsi, chiedendo e dubitando, al ciel.
Ei che d’Italia a l’anime
Fu quel ch’a i corpi il sole,
Del quale udiva io parvolo
11Mirabili parole
Sí come d’un fatidico
Spirito tra il passato e l’avvenir,
Egli il cui nome appresermi
15Con quel d’Italia, ei non potea morir.