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22 | juvenilia |
Quella cura che ogn’or dentro mi piagne
Desta dal lume in duo begli occhi ardente,
Me co ’l giorno invernale ove il torrente
4Scoscende e ne le avverse alpe si fragne
Seco rapisce. E te, che ti scompagne
Dal mio già fermo petto, o confidente
Virtude onde fuggii la vulgar gente,
8Penso per erma via d’aspre montagne.
Mi vince de le alpestri onde il fragore
Quell’una voce sua: suoi cari accenti
11Sona l’aura selvaggia. E in van nel core
Sdegno e ragion contrasta. Io miro a’ venti
Lente ondeggiar le nere chiome e amore
14Folgorar ne’ superbi occhi ridenti.