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424 giambi ed epodi


Ma rompea superbo un canto
Da l’ignudo petto ed ispido
De gli adusti remator,
Ch’oggi vivono soltanto,
Tizïan, ne le tue tavole,
18Ignorati vincitor.

Ei cantavano San Marco,
I Pisan, gli Zeni, i Dandoli,
Il maggior de i Morosin;
E pe’ i sen lunati ad arco
Lunghi gli echi minacciavano
24Sino al Bosforo e a l’Eussin.

Ne la pratria del Goldoni
Dopo il dramma lacrimevole
La commedia oggi si dà:
De i grandi avi i padiglioni
Son velari, onde una femmina
30Il mar d’Adria impalmerà.

Le carezze fien modeste;
Consumare il matrimonio
I due sposi non potran:
Paraninfa, da Trieste
L’Austria ride; e i venti illirici
36L’imeneo fischiando van.