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14 | juvenilia |
Tu, mesta peregrina, il dolce nido
Lasci e de l’aer nostro il novo gelo:
T’invita piú benígno ardor di cielo
4E primavera di straniero lido.
E me lasci che tristi ore divido
Pur co ’l dolore onde i lassi occhi velo.
Tornerà tempo che senz’ombra o velo
8Si porga l’aer nostro a te piú fido.
Allor candidi soli; allor fiorente
Il colle e il piano; allor tutto d’amore
11Ti riconsiglierà soavemente.
Né allor ti sovverrai l’uman dolore
Di che si piange or qui. Non acconsente
14Al pianto, e oblia, de’ fortunati il cuore.