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celebre, Suli il celebrato; ove combattono piccoli bambini, donne e ragazze, ove combatte la Zavella, colla spada alla mano, col bambino all’un braccio, col fucile nell’altro, colle cartuccie nel grembiule.
La Luisa Grace a cui è intitolata quest’ode, nata in Bristol nel 1818, morí in Pistoia il 3 maggio 1865. Quelli che solo abbian visto di lei le versioni dei canti di T. B. Macaulay e E. W. Longfellow e le Rime e prose pubbl. dopo la sua morte dal marito Franc. Bartolini (tipogr. dei successori Le Monnier, 1869 e 1870), non potrebbero ancora farsi un’idea giusta del suo ingegno, della dottrina in piú lingue e letterature e dell’ancor piú grande gentilezza e generosità dell’animo suo.
XIII) pag. 305, v. 19. Simbolo dell’amore poetico mistico del medio evo.
XIV) È una specie d’idillio storico critico nel quale si volle rappresentare certe maniere e tendenze della poesia italiana su ’l finire del sec. xiii. Scena, Mulazzo di Lunigiana, castello di Franceschino Malaspina ospite di Dante e de’ poeti toscani di parte bianca. Tempo, poco dopo la morte di Arrigo vii. De’ due poeti, l’uno è Sennuccio del Bene, fuoruscito fiorentino, che scrisse una canzone per la morte dell’imperatore indirizzata a punto al Malaspina, e che passò veramente in Provenza, ove morí vecchio e amico del Petrarca; l’altro è un immaginario cavaliere ghibellino delle famiglie feudali. E chi sa che nella ballata messa in bocca a Sennuccio e nei versi che a quella seguono non abbia qualche parte la teorica del Rossetti, pe ’l quale la donna de’ poeti del sec. xiii e xiv è l’idea imperiale e anche l’imperatore stesso?
LIBRO II.
XXI). Questo frammento fu pubblicato nel Don Chisciotte di Bologna, 2 giugno 1883, con tale nota della Direzione: