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LIBRO I





III.


Peregrino del ciel, garrulo a volo
Tu fuggi innanzi a le stagion nembose,
E vedi il Nilo e nostre itale rose,
4Né muti stanza perché muti polo:

Se pur de le lontane amate cose
Cape ne’ vostri angusti petti il duolo,
Né mai flutto inframesso o pingue suolo
8Oblio del primo nido in cor ti pose;

Quando l’ala soffermi a’ poggi lieti
Che digradano al mar da l’Apennino
11Bianchi di marmi e bruni d’oliveti,

Una casa a la valle ed un giardino
Cerca, e, se ’l nuovo possessor no’l vieti,
14Salutali in mio nome, o peregrino.