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348 levia gravia

Non de la madre al seno
Il tuo fratel posò: lenta, su ’l varco
Presse gli estremi aliti suoi la neve.
44Da l’opra dura, pieno
Il dí, seguiva sotto iniquo carco
I crudeli signor co ’l passo breve;
E coll’uom congiurava a fargli guerra
48L’aere implacato e la difficil terra.

Il nevischio battea
Per i laceri panni il faticoso;
E cadde, e sanguinando in van risorse.
52La fame ahi gli emungea
L’ultime forze, e al fin su ’l doloroso
Passo lo vinse; e pia la morte accorse
Poi cadavero informe e dissepolto
56Lo ritornâr sotto il materno volto.

Ahimè, con miglior legge
Ripara a schermo da la gelid’aura
Aquila in rupe e belva antica in lustre
60Ed un covil protegge
Tepido i sonni ed il vigor restaura
A i can satolli entro il palagio illustre
Qui presso, dove de l’amor piú forte,
64Figlio de l’uom, te mena il gelo a morte.