Io bevo al dí che fausto
L’eterna Roma schiuda,
Non a’ Seiani ignobili,
64A i Tigellini, a i Giuda,
Sí a libertà che vindice
De l’umano pensiero
Spezzi la falsa cattedra
68Del successor di Piero.
Io bevo al dí che tingere
Al masnadier di Francia
Dee di tremante e luteo
72Pallor l’oscena guancia.
Ferma, o pugnal che in Cesare
Festi al regnar divieto,
O scure a cui mal docile
76S’inginocchiò Capeto!
Sacro è costui: segnavalo
Co ’l dito suo divino
La libertà: risparmisi
80L’imperïal Caino.
Viva; e un urlar di vittime
Da i gorghi de la Senna
E da le fosse putride
84De la feral Caienna