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levia gravia 333


È la dea cui discredere
Di Federico la progenie estrema
Osa e dal ciel ripetere
64Lo scettro e il percussor ferro e ’l diadema:

Ma Dio non tempra, o misero,
Serti a i re; forza a le sue plebi infonde,
E ’l vasto grido suscita
68Che di terror gli eserciti confonde.

È la dea che de’ vigili
Occhi circonda il sir de’ Franchi, e aspetta;
E a noi mostra i romulei
72Colli e il mar d’Adria e l’ultima vendetta.

E tu ne la man parvola,
Siccome verghe in tenue fascio unite,
Tu vuoi di sette popoli
76Stringere, Asburgo, le discordi vite?

La colpa antica ingenera
Error novi e la pena: informe attende
Ella, e il giusto giudicio
80Provocato da gli avi in te distende.

E d’Arad e di Mantova
Si scoverchiano orribili le tombe:
S’affaccia a l’Alpi retiche
84Lo spettro di Capeto e al soglio incombe.