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levia gravia 329


Folgoraron d’un riso, e in un amplesso
D’ardor congiunte le due luci dive
45Disser parole sol da loro intese:
Di lor gaudio parea godere anch’esso
L’alto concilio, e ’n ruote piú giulive
La benedetta danza si riaccese.
Fiammeggiò nuovo spirito, e riprese:
50— Io ’l bel desire e la tua fede questi
Raccolse, ed, ahi, de’ re chercuti l’ira.
Ma inneggiando a la pira
La fe’ sorvola; e a’ popoli ridesti,
Rotto l’avello, spira
55Da l’ossa nostre l’immortal parola.
Io fui ’l tribuno, ed ei Savonarola.

Maggior de’ tempi e de l’obliquo fato,
Degno a cui il cielo altra piú vasta lode
Che seguir morte e l’alta idea donasse,
60Questo è ’l fulgore del lucchese Arato
Ultimo che a le vostre occidue prode
La fuggitiva libertà raggiasse.
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