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levia gravia | 321 |
295Deh la rivegga! E il riso desïato
Ogni nero pensier dal cor mi cacci;
E, quando sienmi contro il mondo e il fato,
Mi trabocchi nel seno ella e m’abbracci.
Ben io constretto in que’ soavi lacci
300Torrò sicuro ogni fortuna ria.
Cosí cantò Gualfredo: e da i vermigli
Labbri de le fanciulle a lui volaro
I desideri e i baci, qual da’ fiori
Belle, carche di miele, api ronzanti.