Da indi in qua sonare odo per l’etra
Una soave melodia novella,
Come da ignoti elisi aura di cetra,
Come armonia di piú felice stella; 275E sempre questa creatura bella
D’amor mi parla ne la fantasia.
D’amor mi parla ogni creata cosa,
E il cielo aperto e la foresta bruna,
E la verde campagna dilettosa, 280E gli silenzi de la bianca luna;
E d’ogni aspetto in cor mi si rauna
Un’alta voluttà che mi disvia.
Cotal si ruppe quel gelato smalto
In che il cuor si chiudea per fatal danno: 285Quindi d’amarla in me stesso m’esalto,
Quindi per gloria e per virtú m’affanno.
Che se durasse il mio vitale inganno,
Altro lo spirto mio non chiederia.
Lungi io me ’n vo. Ma per paese strano, 290Per vaga donna o per gentil signore,
Non fia che scordi il bel sembiante umano,
Non fia che scordi il mio solingo amore,
La terra dove s’apre il bianco fiore,
Dove regna virtude e cortesia.