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306 levia gravia


Talamo e cuna è l’ara tua: l’ascosa
Corrispondenza è quivi, onde si cria
Quell’eterna armonia
133Che de’ petti domati in fondo aggiunge

E la famiglia a la città congiunge.

secondo semicoro di fanciulle


Allor, perché da le sue case lunge
Voli di servitude il dí nefando,
Cade l’eroe pugnando,
138E ne la luce de i cantor rivive;

E contro l’Asia che di forme achive
Ornar vuole a’ tiranni il gineceo,
Suona su per l’Egeo
142Il peana e la sacra ira d’Atene.

Sorge de i re contro le voglie oscene
Il gran giuro di Bruto, e su le spoglie
De la pudica moglie
146Libertate a la lor fuga sorride.

Tremi le squille ancora e l’omicide
Sicule furie qual porrà la mano
Dominatore strano
150Su le donne de’ vinti, o le vendette