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Talamo e cuna è l’ara tua: l’ascosa
Corrispondenza è quivi, onde si cria
Quell’eterna armonia
133Che de’ petti domati in fondo aggiunge
E la famiglia a la città congiunge.
secondo semicoro di fanciulle
Allor, perché da le sue case lunge
Voli di servitude il dí nefando,
Cade l’eroe pugnando,
138E ne la luce de i cantor rivive;
E contro l’Asia che di forme achive
Ornar vuole a’ tiranni il gineceo,
Suona su per l’Egeo
142Il peana e la sacra ira d’Atene.
Sorge de i re contro le voglie oscene
Il gran giuro di Bruto, e su le spoglie
De la pudica moglie
146Libertate a la lor fuga sorride.
Tremi le squille ancora e l’omicide
Sicule furie qual porrà la mano
Dominatore strano
150Su le donne de’ vinti, o le vendette