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levia gravia 303


Ma tu, Sanzio gentil, tante faville
Giungi a’ tuoi chiusi ed immortali ardori,
Quante pe’ bei colori
65Chiedi a la terra e al ciel forme divine.

Ahi troppo amico di tua morte! al fine,
Come arboscel che d’una rupe orrenda
Avido si protenda
69A ber la luce e il sol, tu langui e spiri.

Tale, ove pieghi de’ begli occhi i giri
Costei cui donna il vulgo e Beatrice
Chiama il poeta, indice
73Lor fati a l’ alme, e sovra l’arte regna,

Di bellezza e d’amor vivente insegna.

i due cori


Cosí pronta e leggera
Per tempeste di mari
La rondinella a i cari
Liti e al suo nido affretta,
79Che il ciel mite l’aspetta — e primavera,

Come voli tra’ fiori
Tu al cupido marito;
E tal cervo ferito
Tende a montano rivo,
84Qual ei tutto giulivo — a i dati amori.