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levia gravia 293


De i pargoli che muti
Intorno al letto stanno
Rigando i volti arguti
Di lacrimette, ed il perché non sanno,
E come sogno i fervidi
18Baci materni penseranno un dí;

E intorno l’ombra stendersi
De la morte odïosa,
Mentre pur su ’l cadavere
Si lamenta con Dio la madre annosa
Ch’abbia a compor ne l’ ultima
24Pace chi a premer gli occhi suoi nutrí;

Deh quanta pièta! E pure
Dolori altri secreti
Conosco, altre sventure,
Che di solenni lacrime a’ poeti
Non chieggon pompa. Apritevi,
30De la miseria antri nefandi, a me.

E tu che in quelle fetide
Paglie mal sai celare
La nudità che informasi
Da l’ossa attratte e orribile si pare
Tra i pochi cenci luridi,
36Forma dolente umana, oh qual tu se’?