Pagina:Poesie (Carducci).djvu/312

286 levia gravia


Ei per le vie, che non de gli aurei cocchi
Ma suonan di frequente
Opera industre, oh quante volte gli occhi
A sé traea del vulgo reverente!
75Usciano in suo cammino
I vecchi salutando, ed a la prole
Con ischietti d’amor cenni e parole
Segnavanlo e al vicino:
Or di lui forse in su la stanca sera
80Pensan con un sospiro e una preghiera.

Non un pensier, ch’io creda, a lui concede
Il vulgo che beato
Con largo fasto e misera mercede
Ne pagava i precetti e il mal sudato
85Tempo ingombrògli. Umano
De gli anni nuovi educatore, ahi cruda
Volge l’età pur sempre, e de l’ignuda
Virtú l’esempio è in vano:
Povero fior d’atra palude in riva
90Muor né d’olezzi il grave aër ravviva.