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levia gravia | 283 |
Me da la turba, che d’ossequio avaro
Pasce i mal chiusi orgogli
A qual piú sorga d’util fama chiaro,
Tu, solitaria musa, a vol ritogli:
5Ma, dove del suo riso
Virtú soave irradïando veste
Bei costumi, alti sensi, opre modeste,
Ivi teco io m’affiso,
Teco m’esalto ed a l’aspetto santo
10Rompe da la commossa anima il canto.