Ma no: dovunque suona
In voce di dolor l’umano accento
Accuse in faccia del divin creato, 88E a l’uom l’uom non perdona,
E l’ignominia del fraterno armento
È ludibrio di pochi, è rio mercato,
E con viso larvato 92Di diritto la forza il campo tiene
E l’inganno d’oscene
Sacerdotali bende incamuffato,
Ivi gli amici nostri, ivi i fratelli. 96Intuona, o musa mia, gl’inni novelli.
Addio, serena etate,
Che di forme e di suoni il cor s’appaga;
O primavera de la vita, addio! 100Ad altri le beate
Visïoni e la gloria, e a l’ ombra vaga
De’ boschetti posare appresso il rio,
E co ’l queto desio 104Far di sé specchio queto al mondo intero:
Noi per aspro sentiero
Amore ed odio incalza austero e pio,
A noi fra i tormentati or convien ire 108Tesoreggiando le vendette e l’ire.