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alle vie, affinché per tal maniera restassero meglio impressi nelle menti de’ loro paesani; cosí volle far egli, per quanto poteva, di quella diceria; ch’e’ tiene per santissima cosa, riboccante tutta da capo a fondo di religione e di civiltà e di morale. E recolla in versi; e la dà a te; che, se ti piace, tu la mandi fuora, cosí compendiata e fatta piú dilettosa ed agevole a ritenere, a processione per la stampa.

Dio ti salvi, Momo da bene.

LXXXVI) pag. 193. Fu stampato nella Domenica del Fracassa, anno III, n. 2, 10 gennaio 1886, con questo avviso di Giuseppe Chiarini:

In nota ad un mio scritto sul Carducci, io pubblicai nel 1869 alcune strofe di un Inno sacro ch’egli scrisse nel 1855, quando era scolare a Pisa. Il Carducci stesso ne pubblicò qualche altra strofa nelle note alla prima edizione delle sue Poesie fatta dal Barbèra nel 1871. Ma la intera poesia, ch’è una satira religiosa e civile per quei tempi audacissima, rimase finora inedita. Rovistando alcune carte, m’è ora venuto alle mani l’originale di quell’Inno, e lo pubblico, certo di far cosa grata ai nostri lettori: lo pubblico con le parole colle quali il Carducci mi mandava la poesia, parole che ne spiegano l’origine. “Da un pezzo in qua (due anni mi pare) è venuta la mania di riscavare i vecchi santi e di metterne su de’ nuovi, ultimo guizzo dell’idea cristiana-romantica. A questi giorni, e precisamente dopo trattata e firmata la pace di Parigi, hanno trovato un frate del secolo xiii che appunto ha nome Giovanni della Pace, venerato in Pisa nei secoli passati. Hanno stabilito di riscavarlo, metterlo in onoranza nel domo, portarlo a processione. Io ho scritto questo inno sacro„.

pag. 196. v. I. L’arcivescovo di Pisa card. Cosimo Corsi.


LIBRO VI.


XCIII) pag. 223, v. 16. Giano della Bella fiorentino, benché uscito di antica e nobil famiglia, prese le parti del popolo con-