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juvenilia 233


Che a pena guarda i poveri
Campi e i maligni colli,
Cui nieghi, o padre Libero,
64L’onor de’ tuoi rampolli.

Ivi i giacenti spiriti
D’amari succhi asperga
E oblii ne’ sonni torbidi
68De’ suoi signor la verga.

A noi tu serbi i vividi
Estri e gli ardor giocondi,
Di civil fiamma, o Libero,
72A noi tu i cuori inondi;

Tu caro a lui che a’ teutoni
Indisse i lunghi affanni
Ed al cantor lesbiaco
76Spavento de’ tiranni.