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210 juvenilia


Su dunque, suona a l’ultima riscossa,
Re sabaudo, le trombe, e giú dal monte
190Saettando la guerra urta il destriero.
Sia del tuo brando il lampo e la percossa
Lume di vita a la gran donna in fronte
E fulmine di Dio su lo straniero.
Vantator menzognero,
195De l’armi nostre e de la gran vendetta
Senta l’orrenda stretta;
E troppo Italia ancor gli sembri forte,
Quando ne’ lurchi avventerà la morte.

In van le scuri e le catene, in vano
200Fûr gli ozi e l’ombre di cocolle e stole:
Sangue latin viltà, no, non impara.
O plebi di Bologna e di Milano,
A cui per libertà morir non duole!
O Goito, o Pastrengo, o Montanara!
205O cara Brescia, o cara
Venezia! deh come tu suoni acerba
A chi le piaghe serba
Di Mestre e vide per la notte nera
Tutta affocata folgorar Marghèra.