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LIBRO VI





LXXXII.

A VITTORIO EMANUELE


Non perché da’ Sabaudi a la marina
Stendi lo scettro de l’avito impero
Su ’l Po regale e il Tanaro sonante,
Non perché a’ cenni tuoi leva ed inchina
5Il subalpino popolo guerriero
I liberi vessilli a te davante;
Ma perché figlio amante
Sei de l’antica madre in ch’io mi vanto,
Al tuo conspetto il pianto
10Di costei reco, onde su l’empie squadre
Già spronasti il cavallo a lato al padre.