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juvenilia 157

O ver ne la pudica onda castalia.
Allor non lutto innanzi a te; ma danze
E di ninfe e d’egípani, ma bianche
20Fronti di lauro inghirlandate, e vesti
Tirie ondeanti mollemente, e fiori
Che salivano a nembi, e amor soavi
Di verginelle candide: a le valli
De’ flauti il suon scendea come un sospiro.


II.


25Allor che i fiori e l’onde aveano spirto
E d’amore e di duol, quando nel fiato
De’ zefiri esultanti a primavera
Per le brune convalli e ne’ mirteti
Di Citera e di Cnido almo alïava
30Il divin bacio d’Afrodite; errando
Del lamentoso Egeo lungo la riva,
Amorosa fanciulla, e i cieli e il mare
E il molto fior de’ campi lacrimosa
Mirando, e sospirando, invocò Saffo
35La deità di Venere; e presente
Annunziò il nume un fremito diffuso
Per la selva odorata. Essa la diva,
Con le dita d’ambrosia, essa da gli occhi
Tergea de la mortal giovine il pianto;
40E dolce un canto le imparava: un dolce
Canto che ripetuto, ahi con un molto
Ansar del petto e scintillar de gli occhi,