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154 juvenilia


Ché, se il figliuol d’Euforïon traea
Melpomene pensosa
Ad inneggiar la libertade achea
Sedente su lo scudo e glorïosa,
Non è lode minor, s’io ben riguardo,
Or che l’uso codardo,
Fuor de la vita i sacri ingegni serra,
96Almen co ’l verso guerreggiar la guerra.

Or, poi ch’altro n’è tolto, or guerra indíca
Da’ teatri la musa;
Gitti il flauto dolente, e la lorica
Stringa, ed a l’aste dia la man già usa.
Quinci altera virtú ne’ nuovi petti
Bevano i giovinetti:
Qui la virile età l’ardir prepari,
104E che sia patria l’util plebe impari.

E a te, che in vecchie membra alma possente
I tardi ozi ne scuoti,
Qual serba premio, o buon, l’età presente?
Quale i figli crescenti ed i nepoti?
O petto di virtude albergo saldo,
O man che scrisse Arnaldo,
Chi a’ miei baci vi porge? una corona
112A questo bianco capo oh chi la dona?