Quinci il sepolto Dario a l’aure uscía
Da la livida sponda,
E nel pianto de’ servi il rege udía
La vittoria de’ liberi seconda;
Udia ne’ passi de la fuga volto
Il figlio imbelle e stolto,
E sonar alto da l’egea marina 24Il fragor de la persica ruina.
Deh, che fremito errò di petto in petto
Quando il cacciato Serse,
Gentil città d’Armodio, in tuo conspetto
Narrò gli ancisi prenci e le riverse
Caterve e rotti di sua forza i nervi,
E a gli ululanti servi
Mostrò campate a l’infinita clade 32Sol la faretra e sua regal viltade!
Tale a la prole achea gli ozi felici
Di canti Eschilo ornava,
Se l’Egeo, detestata onda a’ nemici,
Altier de’ vinti re lui rimandava.
Ma pria tra la falange ispida e vasta
Infurïò con l’asta;
E, come de l’Olimpo aquila o d’Ato 40Piomba tra ’l folgorar del cielo, armato