Colà dove non è di nebbia velo, 105Amar volesti come s’ama in cielo.
Su per le vie d’amore
Quest’umil creatura
Risospingendo innanzi al creatore,
Quetar volesti in quell’eterno vero 110Che il grande amor ti dette e il gran pensiero.
Cesse Virgilio a tanto;
E tu deserto e solo
Spirito uman, per entro il gran desío
Sommerso vaneggiavi, e dubitando 115Tu disperavi: quando
Su l’angeliche penne
Al tuo dolor sovvenne
Quella ch’è amore e visïone e luce
Tra l’intelletto e ’l vero: 120Nomarla a me lingua mortal non lice;
Tu la dicesti, amando, Beatrice.
Cosí di sfera in sfera,
Tutto era melodia quello che udivi,
Tutto quel che vedevi era una luce, 125E tutti quanti erano amore i sensi,
E lo spirto ed il verso un’armonia
Simile a quella che là su s’indía.
Deh, qual parveti allora
Quest’umil patria, e qual de le partite 130Città la lite (ahi come quella eterna
Che sempre trista fa la valle inferna!),