Lunga stagione; e sí soavi cose 20Ti parlò con le labbra vereconde,
E sí dolce ti entrò le vie del core,
Che niuno al par di te sentio d’amore.
Ma spesso ancor dal meditar solingo,
O giovinetto schivo, 25Te scuotevan clamor fiero e tumulto
E furor di fratelli
Duellanti ad uccidersi. Stridenti
Per le vicine mura
Civili fiamme udisti; e donne udisti 30Ferire a grida il ciel, che l’are e i letti
E i fuochi almi e le cune,
E tutto ciò che bello
Fe’ a gli occhi loro il maritale ostello,
Tutto scorgeano in ampio ardore involto, 35E ruinare in armi esso marito
Da gli amplessi erompendo, e i giovinetti
Armi gridar, sdegno anelando e stragi.
E tu vedesti un furïar di spade
Cercanti a morte i petti, 40E nel guerrier che cade
Minacciar viva la bestemmia e l’ira,
E in gran sangue confuse
Bionde teste e canute, e a libertade
Spettacolo di umane ostie esecrate 45Dar le furie, e crollar truce la morte
Le immani torri e le ferrate porte.