Qual tra le íngiure di Fortuna e i danni
I dí traesse di conforto nudi,
Pur preparando ne’ solinghi studi 4Questa Italia novella a liberi anni,
Quel grande cui tremâr preti e tiranni
E d’ogní servitú gli eterni drudi
Quand’ei gli ozi turbò de’ tristi ludi 8Cui diritto è forza e son ragion gl’inganni,
Narrasti, ospite egregio; e i degni accenti,
Che pietà di suo zel dritto infiammava, 11Piú vivi spirti a l’amor santo dierci.
Oh degno ei ben che de le fiacche menti
L’oblio lui segua e de la turba prava 14E il feroce oltre al rogo odio de’ cherci!