Tal t’invocava su la terra attèa
Trasibul duro ne’ dubbiosi affanni,
E cadean ostie a la cecropia dea
16Trenta tiranni:
Tal, sollevato il parricida acciaro,
Teste di regi consecrando a Dite.
Bruto e Virginio un dí ti revocaro
20Diva quirite.
Ma quale inermi a te le mani porge
Di tra una plebe che percossa giace
Non del tuo viso l’alma luce ei scorge;
24Ma senza pace
Assidua larva tu lo premi: ei vola
Tra le tue pugne co ’l desio veloce,
E muto campo gli è il pensiero e sola
28Arme la voce.
Tale il tuo nume nel gran cor portando
Correva Italia l’astigiano acerbo,
E trattò il verso come ferreo brando,
32Vate superbo:
Te fra gli avelli sotto il ciel romano
Chiamava; e il nome giú per l’aer cieco
Cupo rendeva a lui dal vaticano
36Vertice l’eco.