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NOTA





Dovrebbe essere inutile il dichiarare, che io, ripigliando in poesia l’argomento della battaglia di Legnano, non intesi venire pur da lontano a contrasto o a paragone con Giovanni Berchet e Terenzio Mamiani, poeti e scrittori nobilissimi che io stimo ed ammiro; e a’ cui alti ideali letterari la patria deve assai piú che non mostri accorgersi o ricordare la nuova generazione. Di questo breve poema, che presi a scrivere tre anni fa per amore del vero storico e della epopea medievale, pubblico ora una parte, almeno come protesta contro certe teoriche, le quali in nome della verità e della libertà vorrebbero condannare la poesia ai lavori forzati della descrizione a vita del reale odierno e chiuderle i territori della storia, della leggenda, del mito. Ma al poeta è lecito, se vuole e può, andare in Persia e in India non che in Grecia e nel medio evo: gl’ignoranti e gli svogliati hanno il diritto di non seguitarlo [1879].