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il sonno di odisseo 47

e sì e no tra lo sciacquìo dell’onde
giungeva al mare il roco ansar dei colpi,
d’Eumeo fedele: ma non già li udiva
tuffato il cuore d’Odisseo nel sonno.



IV



     E già da prua, sopra la nave, a poppa,
simili a freccie, andavano parole
con fuggevoli fremiti. La nave
era di faccia al porto di Forkyne;
e in capo ad esso si vedea l’olivo,
grande, fronzuto, e presso quello un antro:
l’antro d’affaccendate api sonoro,
quando in crateri ed anfore di pietra
filano la soave opra del miele:
e si scorgeva la sassosa strada
della città: si distinguea, tra il verde
d’acquosi ontani, la fontana bianca
e l’ara bianca, ed una eccelsa casa:
l’eccelsa casa d’Odisseo: già forse
stridea la spola fra la trama, e sotto
le stanche dita ricrescea la tela,
ampia, immortale... Oh! non udì né vide
perduto il cuore d’Odisseo nel sonno.



V



     E su la nave, nell’entrare il porto,
il peggio vinse: sciolsero i compagni
gli otri, e la furia ne fischiò dei venti:
la vela si svoltò, si sbatté, come