Pagina:Poemi conviviali (1905).djvu/54

34 le memnonidi

e i miei cavalli fossero giovenchi,
che lustro il pelo, i passi hanno sbilenchi;

e ritrovassi, nell’uscir dal tetto,
per asta dalla lunga ombra, il pungetto;

e rimirassi, nell’uscir dal clatro,
per carro dal sonante asse, l’aratro:

l’aratro pio che cigola e lavora
nella penombra della nuova aurora! —

Diceva, e già nel cielo era appassita:
venne il Sole, e s’alzò l’urlo di guerra.