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190 | gog e magog |
Chi tutta la montagna solitaria
muggìa. Temeva anche la luna, e lieve
balzava su, da nube a nube, in aria.
VII
O risplendea sul murmure infinito,
pendula. Cinto d’edere e d’acanti
l’Eroe, tolte le faci del convito,
scorreva in festa i gioghi lustreggianti,
e laggiù, dalle tonde ombre dei pini,
l’Orda ascoltava lunghi aerei canti;
udiva lunghi gemiti marini
di conche, e, tra il tintinno della cetra,
timpani cupi, cimbali argentini.
VIII
Gog e Magog tremava; e le sue donne
dissero: «Non ha madre Egli, cui dolce
gli sia tornare, pieno d’ambra e d’oro?
non figli, greggi? non fiorenti mogli
presso cui, sazio di narrar, si corchi?
Forse hanno a sdegno lui così bicorne!