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188 | gog e magog |
la sprangò, chiuse. Ma ristette al sommo
dei monti: un chiaro strepere di trombe
giungea dalle Mammelle d’Aquilone.
III
V’era il Bicorne... E gli ultimi che, infanti,
aveano udito il gran maglio cadere
su le chiavarde, erano grigi vecchi;
e non partiva... E i figli lor, giganti
dagli occhi fiammei, dalle lingue nere,
o nani irsuti dai mobili orecchi,
erano morti; e d’ognun d’essi, i mille
erano nati, quante le faville
da un tizzo: ma il Bicorne era lassù.
IV
In alto in alto, a guardia dell’Erguene-
cun; e lo squillo delle sue diane
movea valanghe e rifrangea morene.
S’empiva, ogni alba, il cielo di poiane;
e l’Orda a valle, come nubi al suono
del nembo, nera s’addossava al Kane: