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i gemelli 157

« O madre! O madre! È dove tu m’hai detto!
Ma ella è sola, nel fonte soletto.
Non ho veduto altro che il suo, di capi.
Non ho sentito altro ronzio, che d’api.
Non ha vicine altre compagne care!
Non ha quei fiori per il suo mangiare!
Vieni tu, madre; ella ritornerà! »
« O figlio! O figlio! T’ha deluso un Dio!
Il fior che dissi è il fiore dell’oblio.
E tu non vieni dal fiorito prato
ch’è più lontano del cielo stellato!
A chi ci va, gli è presso, come l’orto;
ma chi ne torna, anche se arriva smorto
a dove dormì, è tuttavia di là! »

     Ma il giovinetto le afferrò la mano,
e disse: « O Vieni, se non è lontano! »
E, giunti al prato, si chinò sul fonte,
e la sorella venne su dal fonte.
Ah! ma nel fonte presso il suo sorriso
c’era la madre col suo mesto viso!
« O madre! O madre! Ecco che lei s’attrista
dacché nel grave tuo dolor t’ha vista! »
« O figlio! O figlio! Io sono lì pur quella!
Non hai due madri! E non hai più sorella! »
E turbò l’acqua. E madre e figlia sparve
oscuramente, qua e là, nel gorgo;
fin che ondeggiando, tremuli, a fior d’acqua
vennero ancora figlio e madre in pianto.

     Ed egli allora oh! sì, capì. Ma venne
per molti giorni al tralucente lago,
a rivedere in sé la sua sorella
che in lui viveva; ed esso in lei moriva.