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x prefazione

che finzione oziosa, sarebbe anche sdolcinatura e smascolinatura, destinata a produrre, se non si castiga a tempo, gli effetti più deleteri nell’organismo nazionale. Consimili, chiedo io, a quelli che ha prodotti nel Giappone la contemplazione ingenua degli uccelli e dei fiori? la predilezione per la piccola casa e il piccolo orto e il semplice e puro tatami? Sciocchi! Io non credo troppo nell’efficacia della poesia, e poco spero in quella della mia; ma se un’efficacia ha da essere, sarà di conforto e di esaltazione e di perseveranza e di serenità. Sarà di forza; perchè forza ci ho messo, non avendo nel mio essere, semplificato dalla sventura, se non forza, da metterci; forza di poca


la dividiamo per secoli e scuole, la chiamiamo arcadica, romantica, classica, veristica, naturalistica, e va dicendo. Affermiamo che progredisce, che decade, che nasce, che muore, che risorge, che rimuore. In verità la poesia è tal meraviglia, che se voi fate una vera poesia, ella sarà della stessa qualità che una vera poesia di quattromila anni sono. Come mai? Così: l’uomo impara a parlare tanto diverso o tanto meglio, di anno in anno, di secolo in secolo, di millennio in millennio; ma comincia con far gli stessi vagiti e guaiti in tutti i tempi e luoghi. La sostanza psichica è uguale nei fanciulli di tutti i popoli. Un fanciullo è fanciullo allo stesso modo da per tutto. E quindi, nè c'è poesia arcadica, romantica, classica, nè poesia italiana, greca, sanscrita; ma poesia soltanto, soltanto poesia, e... non poesia. Sì: c’è la contraffazione, la sofisticazione, l’imitazione della poesia, e codesta ha tanti nomi. Ci sono persone che fanno il verso agli uccelli; e al fischio sembrano uccelli; e non sono uccelli, sì uccellatori. Ora io non so dire quanta vanità sia la storia di codesti ozi..."

E più oltre: "(Noi in Italia) ragioniamo e distinguiamo troppo. Quella scuola era migliore, questa peggiore. A quella bisogna tornare, a questa rinunziare. No: le scuole di poesia sono tutte peggio, e a nessuna bisogna ad-