E sopra il muro d’infrangibil bronzo
vide i sei figli e le sei figlie a guardia.
E videro la nave essi, e nel bianco
suo timoniere, parso in prima un cigno
o una cicogna, uno Odisseo conobbe,
che così vecchio anco sfidava i venti;
e con un solo sibilo sul vecchio
scesero insieme di sul liscio masso.
Ed ora l’ira li portò, dei venti,
per giorni e notti, e li sospinse verso
le rupi erranti, ma così veloce,
che a mezzo un cozzo delle rupi dure
come uno strale scivolò la nave.
E allora l’aspra raffica discorde
portava lei contro Cariddi e Scilla.
E già l’Eroe sentì Scilla abbaiare,
come inquïeto cucciolo alla luna,
sentì Cariddi brontolar bollendo,
come il lebete ad una molta fiamma;
e le dodici branche avventò Scilla,
ed assorbì la salsa acqua Cariddi:
invano. Era passata oltre la nave.
E tornarono i venti alla lor casa
cinta di bronzo, mormorando cupi
tra loro, in rissa. E venne un’alta calma
senza il più lieve soffio, e sopra il mare
un dio forse era, che addormentò l’onde.