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PREFAZIONE lxxvii

dascalici venuti dopo, e incomparabilmente piú floridi e adorni, oramai non servono ad altro che a provocare la nausea. Egli è che il contatto, diretto o indiretto, con la realtà, è per l’arte un sicuro crisma di vita perenne.

Ma non solo da questa precisione tecnica, non solo da questa continua connessione con la realtà rimangono determinati il carattere e il pregio di questa parte del poemetto. In essa — evidentemente la materia preferita — vediamo sempre verificato il processo in cui consiste essenzialmente la creazione poetica: la trasformazione in immagini precise di ogni impulso che commuova lo spirito del poeta.

Gli ammaestramenti agresti non sono mai esposti aridamente, e lo schematismo matematico è solo apparente. Essi sono sempre accompagnati dalla immagine, o la implicano e la suggeriscono. E bisogna essere tutt’occhi e tutti orecchi perché non ci sfuggano le armonie appena accennate o quasi nascoste nella finissima ed elaboratissima compagine. Dice egregiamente il Piovano1: «Chi voglia intendere il sentimento della natura, in Esiodo così profondo, deve stare attento ai brevi spunti indiretti, in cui, senza descrizioni, indica alberi e fronde e fiori, gli animali della fattoria, gli uccelli, infine gl’insetti e gl’invertebrati, api, cicale, formiche, ragni, chiocciole, bruchi, ognuno colto e presentato nel suo aspetto tipico».

Però, non tutto è sottinteso e suggerito. E finemente disegnati sono in tutto il poema una quantità di quadri, piccoli e grandi, talora meravigliosi, e sempre interessantissimi per la precisione, il rilievo, il garbo.


  1. Le Opere e i giorni, analisi e commento. - Libro mirabile tanto per dottrina quanto per sentimento artistico.