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VIII ESIODO

ne fosse l’origine, è anche presumibile: però, alla lunga, acquistano caratteri comuni, che li unificano e li distinguono da una seconda ondata, che, del resto, non solo non li discaccia. ma non presenta alcuna delle caratteristiche delle invasioni. È l’ondata dei cosí detti

II. Fenici. - Oggi si ammette in genere che questi Fenici, il cui nome ricorre con tanta frequenza nei poemi omerici, non siano da identificar senz’altro coi Fenici semiti della tradizione. Questo nome serviva a designare, un po’ genericamente, le genti non perfettamente identificate, che approdavano alle coste greche, per commerci, piraterie, penetrazioni piú o meno pacifiche. Fra esse, in primissimo luogo, gli Egèi, E cosí si spiega come questo popolo, che in effetto, come oramai dimostrano ad usura le scoperte archeologiche, esercitò cosí grande influsso su tutta la Grecia, non sia in apparenza mai ricordato dagli autori greci1.

E questa dei Fenici non fu, ripetiamo, una invasione, bensí una lenta penetrazione, che, ad ogni modo, per lungo tempo improntò della sua civiltà raffinata l’antico strato pelasgico.

Assai piú ebbero carattere d’invasori gli

III. Achei. - Con questo nome si identifica una serie di invasioni, che, a loro volta, si distinguono in due gruppi, uno maggiore, degli Achei propriamente detti, l’altro, che in certo modo chiude la serie, dei Dori. Anche gli Achei portano elementi di civiltà (per esempio, il ferro). Però, nel complesso, non vediamo che improntino troppo di sé le genti autoctone. Essi, invece, si lasciano dominare dalla civiltà fenicio-egea; e n’esce quella sottospecie della civiltà egea che prende nome di micenaica.


  1. Vedi la mia prefazione all’Iliade. Su questo argomento oramai c’è tutta una letteratura. Ma chi non si lascia trascinare dai preconcetti, difficilmente può respingere queste conclusioni generali.