Pagina:Poemi (Esiodo).djvu/74

lxx ESIODO

care qui gli elementi per una caratterizzazione artistica del poeta: se c’è qualche brano un po’ ispirato, non è ispirato al soggetto, e va dunque considerato in altra sede.

Calendario. - Eraclito già osservava che i giorni son tutti d’una stessa natura. E, cosí a prima giunta, tutti saranno disposti ad approvarlo. Però, bisogna anche convincersi che esistono nell’universo una quantità di forze ignote. Non sarà; ma neppure sarebbe fuori d’ogni ragionevole verisimiglianza l’ipotesi che il mutamento periodico di posizione di fronte alla luna, e, in conclusione, di tutto il cielo stellato, implichi variazione in ogni forma e condizione di vita; e che alcune di queste variazioni, quelle che riguardano piú da vicino la vita campestre, cadessero sotto l’attenta osservazione dei campagnuoli beoti, cosí vicini alla natura ed ai suoi fenomeni. Ben altri segreti sanno sorprendere gl’insetti, che conoscono, o, per lo meno, utilizzano tante forze a noi perfettamente ignote. E potrebbe essere che alcuni di questi aforismi non fossero cosí destituiti di fondamento e cosí schernevoli come parevano allo scettico Eraclito.

Del resto, a compilare simili calendarii, che alla bella prima sembrerebbero la quintessenza della superstizione e della scioperataggine, potevano concorrere ragioni pratiche e talora politiche. Livio dice che Numa distinse i giorni in fasti e nefasti perché talvolta poteva essere utile che il magistrato non facesse comunicazioni al popolo (I, 19).

E a titolo di curiosità, riferisco alcune parole dell’Oracolo manuale di Baldassare Gracian, e precisamente del capitolo intitolato: Conoscere il giorno infausto, perché vi sono simili giorni. «Come in certi giorni — dice il Gracian — tutto riesce male, cosí in altri tutto va bene, pure adoperando minor diligenza (trad. Eugenio Mele, pag. 99)». Non può non riuscire assai caratteristica e significativa questa affermazione da