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PREFAZIONE lxiii

pressero in tutte le fantasie, rimanendo nel medesimo piano delle figure originariamente storiche, senza piú possibilità di discriminazione. E discriminazione non fu fatta, in realtà, nell’età classica; e se qualche voce discorde sorse a sostenere la originaria realtà di alcuni di quei miti, fu presto soffocata dal numeroso stuolo dei dissidenti.

Ma perchè lo strano equivoco per cui nella Teogonia la lotta fra Giove e i Giapètidi, che è poi, in sostanza, tutta la titanomachia, è esposta in maniera cosí equivoca da sembrare invece un’altra cosa dalla titanomachia stessa?

Per questo, credo: che, in realtà, questa lotta tenacissima, durissima, di dieci anni, fra i Cronidi e i Titani, non riuscí a gran gloria dei primi, che, verisimilmente, erano preponderanti e meglio armati. Se non che, quando infine trionfarono, e la storia si cominciò ad atteggiare, al solito, a vantaggio dei vincitori, e poi questi furono trasformati in Numi, e la storia in mitologia, la qualità di Numi diveniva incompatibile con una guerra cosí faticosa, condotta verso creature inferiori. Conveniva ingigantire il nemico. Ed ecco, il gruppo dei Giapètidi fu convertito genericamente in gruppo di Titani; in cui era agevole sottintendere tutte le terribili creature generate primieramente da Urano e da Gea: le quali, viceversa, quando si passa ad una analisi, risultano tutte alleate di Giove.

Forse qualche studioso inorridirà al solo pensiero di dover tribuire una qualsiasi entità storica a Prometeo, Epimeteo, Menezio, Atlante, Giapeto, e, Dio ne guardi e liberi, Giove, Crono ed Urano.

Io però vorrei ricordare le parole con le quali, non un meschino filologo, bensí uno storico d’alto criterio, Giorgio