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lx ESIODO

E nel suo racconto esistono particolari che ci permettono di muovere ancora un passo.

I Cronidi son dunque sull’Olimpo, i Titani a sud, sull’Otro. Quelli incalzano al confine settentrionale, per invadere le terre agognate: i Titani, i guerrieri che in un’epoca anteriore erano discesi nella Tessaglia, si sono rifugiati all’estremo lembo della loro terra, nella Fòcide, e di lí, in una zona montuosa, organizzano la resistenza. E con loro sono le popolazioni pelasgiche, che li amano perché si son sempre dimostrati tolleranti e non superbi, democratici, in una parola, e perché hanno introdotta fra le popolazioni pelasghe una civiltà superiore (leggenda del fuoco di Prometeo, e delle invenzioni di tutti i Titani),

Dopo dieci anni di lotte, gl’invasori trionfano; ma non è un trionfo duraturo, perché il vincitore si deve alla fine rappattumare col piú fiero e temibile nemico, Prometeo.

Durante la guerra, gl’invasori cercano alleati fra altri popoli delle loro stesse regioni con alcuni dei quali erano stati in guerra. E, finita la guerra e conseguita la vittoria, li fanno ritornare ai loro paesi.

Ed ora, dopo tante traduzioni dal linguaggio mitico al linguaggio storico, un’altra bisognerebbe farne ancora: quella dei nomi. Perché non crederemo che Urano, Crono, Gea, Giove fossero i veri nomi di antichi principi: sono, senza dubbio, quelli, assai trasparenti, di antiche divinità del cielo piovoso, del tempo, del cielo sfolgorante, della terra. Ed altri furono i nomi dei personaggi realmente esistiti, ai quali si attribuirono le discorse vicende.

Ma nel corso dell’elaborazione mitica, in séguito a processi che si possono immaginare varii e molteplici, ai nomi