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PREFAZIONE lix

Titani irromperanno levando contro gli Elleni la spada barbarica ed il Marte celtico»1.

«Nulla io canto — diceva Callimaco2 — che non sia documentato». Anche qui ebbe certo la sua fonte. Esisteva dunque una tradizione che identificava i Titani coi Celti, e li poneva nell’estremo Occidente.

Ma i Cronidi erano anch’essi Titani, anch’essi Celti. Dunque, la titanomachia fu lotta di Celti contro Celti: di Achei contro Achei.

È qui il caso di ricordare che il Gladstone3 già a suo tempo rilevava le analogie che intercedono fra gli Elleni e i Germani quali Tacito li descrive (statura alta, capelli rossastri, occhi azzurri), e che il Ridgeway, che certo si deve annoverare fra i piú dotti ed acuti ed assennati indagatori della Grecia antichissima, ha dimostrato ineccepibilmente, nella sua Early Age of Greece, come in tutte le condizioni materiali della civiltà gli Achei d’Omero differiscono dai Pelasgi quanto concordano coi Celti del Nord4.

Dunque, la traduzione del linguaggio mitico in linguaggio storico, d’altronde condotta senza sforzi né sofismi, combacia perfettamente coi risultati della indagine storica moderna. La storia della Grecia preomerica è una sequela ininterrotta di lotte fra le varie ondate di invasori che dalle vie del Nord scendevano verso l’agognata penisola. La leggenda dei Titànidi, alla quale Esiodo diede forma poetica, riflette una di quelle lotte.


  1. I, 171: Ὁππότ’ ἂν οἳ μὲν ἐφ’ Ἑλλήνεσσι μάχαιραν - βαρβαρικὴν καὶ κελτὸν ἀναστήσαντες Ἄρηα - ὀψίγονοι Τιτῆνες ἀφ’ ἑσπέρου ἐσχατόωντος - ῥώσωνται.
  2. Οὐδὲν ἀμάρτυρον ἀείδω: divenne proverbiale.
  3. Studies in Homer, I, 553.
  4. Cfr. J. Harrison, Religion of ancient Greece, 28.