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PREFAZIONE lv

il suo popolo l’antica potenza. Il processo è comune, ed illustrato da molti esempii; e non ci meraviglieremo di trovarne uno anche nella Teogonia, che è il campo sperimentale di tutti i sincretismi.

Se ora cerchiamo di determinare con maggior precisione il carattere di questa Dea, vediamo che, al contrario di Zeus, che nella Teogonia, almeno nel racconto di Prometeo, è nemico degli uomini, essa è la loro benefattrice. Carattere che poi serba nella religione e nel rito: fra altro essa risanava dalle malattie, specie da quelle attribuite agli spiriti maligni; e a Egina v’erano veri e proprii misteri, a lei consacrati.

E se si legge il brano per intero, si vede quanto piú estese delle altre sono le parti che riguardano la protezione concessa ai pescatori e ai bifolchi. Ecate pare soprattutto la Dea della povera gente.

Ma, innanzi tutto, è notevole il suo carattere di protettrice dei bambini; carattere non espresso nella gelida brevità d’un epiteto, bensí in tre versi, i quali sembrano implicare il concetto che prima di lei nessuno assumesse la protezione dei pargoli.

E protettrice il Croníde dei pargoli tutti la fece
che gli occhi dopo lei dischiusero ai raggi del sole:
cosí da prima fu nutrice onorata ai bambini.

Dunque, la Dea suprema d’un popolo. Ma non si deve confondere con la micenaica Signora dei leoni, né con la Rea di Creta, né con la Cibele dell’Asia Minore, altrettante forme della Dea madre, che riscosse cosí largo culto nell’età neolitica, e già forse negli ultimi periodi della paleolitica, e che non aveva gran che di attraente, era piuttosto temuta che amata, e presiedeva con uguale imparzialità alla generazione e alla distruzione. Né in lei si trova traccia di ferinità né d’impeto