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lii ESIODO

concetto profondo: significa che il sovrano non deve confidare nella sola forza, bensí anche, e soprattutto, nel senno.

È la figura della regina politicante, consigliera, sparita o quasi dal mondo classico, ma frequente nel mondo orientale. Ricordo Semiramide. Il suo sposo, dice Diodoro (ossia Ctesia), ne era tanto dominato, che nulla faceva senza il suo consenso; e se ne trovava sempre bene1. E l’egiziana Tyi, che, nata di genti plebee, fu sposata da Amenoteph III, ed elevata a dignità di vera regina, ed esercitò un potentissimo influsso tanto sullo sposo, quanto, e piú, sul figliuolo Ecnàtone. Né mancavano esempi nel mondo preacheo, in cui la donna aveva tanta importanza. Basterebbe ricordare la regina dei Feaci, Arete, la virtuosa ed influentissima sposa di Alcinoo, alla quale fanno onore, «seguendo l’impulso del cuore»,

i suoi diletti figli, Alcínoo stesso, e le genti
che a lei volgon lo sguardo sí come ai Beati del cielo,
che lei, quand’ella passa, salutan con fauste parole:
perché nulla di quanto comporta saggezza, le manca,
e delle donne e degli uomini ch’ama, le liti compone.

Nessun dubbio, secondo me, che sulla pittura di Gea abbia influito l’immagine di una regina simile.

E accanto a Gea, si schierano altre due figure femminili che nella Teogonia hanno una parte preponderante: Stige ed Ecate.

Stige è la prima che arriva in Olimpo quando Giove chiama a raccolta gli Dèi contro i Titani (383). Dopo la vittoria, Giove la colma di onori. Ma, tuttavia, troviamo an-

  1. Diodoro, II, 5. Giova riportare le caratteristiche parole del testo: συνέβαινε τὸν ἄνδρα τελέως ὑπ’ αὐτῆς δεδουλῶσθαι, καὶ μηδὲν ἄνευ τῆς ἐκείνης γνώμης πράττοντα κατευστοχεῖν ἐν πᾶσι.