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PREFAZIONE xlvii

luce che, penetrando in mezzo alla confusa materia, ne chiarisce ogni particolare, e dissocia i corpi dalle ombre. Alcune figure che per la loro mescolanza con le fantasime sembravano insieme colossali e chimeriche, tornano a giuste proporzioni, avvenimenti strani ed incongrui si riducono facilmente al modulo di vicende storiche abbastanza comuni.

Urano che relega i figli nel buio sotterraneo, Crono che li inghiotte, sono comunissimi tipi di antichi tiranni assoluti, i quali, pur di conservare il potere, non esitano a sopprimere i parenti e magari i figli. Se ne seguitano ad avere esempii anche in tempi storici (p. e., Mitridate).

Son debellati; e il fatto che tanto per l’uno quanto per l’altro si deve ricorrere ad una congiura, nella quale hanno parte donne, ci avvicina certo anch’esso alla storia.

Ma i lineamenti storici incominciano a determinarsi soprattutto quando entra in scena Giove.

La storia, e, direi, la politica. Un mito senza basi storiche avrebbe figurato un Dio trionfatore, superiore di forze a tutti gli altri, non solamente nelle affermazioni aggettivali, bensí anche nei fatti. Invece, Giove in tutte le sue gesta accoppia l’azione bellica con l’azione diplomatica. Appena è riuscito a debellare Crono, súbito libera gli zii paterni che Urano aveva relegati sotterra, e Crono si era ben guardato di liberare. E il potere, che si aspetterebbe di vedergli assumere gloriosamente, in seguito ad una tanta vittoria, gli viene invece concesso da loro.

Poi, di suo padre i fratelli, gli Urànidi, sciolse dai ceppi
funesti, in cui li aveva costretti l’inganno del padre.
Essi del suo beneficio poi memori furono sempre,
e a lui diedero il trono, l’ardente saetta, il baleno.

Insomma, una specie di plebiscito oligarchico. Né Giove, ad onta del suo gran potere, può fare a meno di loro: