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164 | ESIODO |
essere annoverata fra i mali, e perché se fosse rimasta dentro il vaso, non sarebbe fra gli uomini, dei quali invece è la piú tenace compagna. D’altronde il significato fondamentale di Ἐλπίς è appunto — come del latino sperare — aspettazione, sia di un bene, sia d’un male. Un’eco di questa immagine d’Esiodo si trova ne Le Grazie di Teocrito, dove le Muse si seggono in fondo alla madia vuota, chinando giú tra le fredde ginocchia la testa.
Pag 12, v. 180. Tutti i commentatori riconoscono che qui il racconto prende un tono d’oscura profezia, o, meglio, d’enigma. Io credo che la chiave ne vada cercata in un passo di Diodoro Siculo (V, 32), il quale dice che presso i Celti i bambini nascono per lo piú coi capelli bianchi. Bianchi sembravano ai bruni Greci i biondissimi fanciulli dei Celti e nelle parole di Esiodo è da ravvisare l’eco del terrore che le invasioni celtiche avevano gettato in cuore alle popolazioni autoctone. Quando nelle loro terre cresceranno bambini celti, sarà la fine. Questa interpretazione si è affacciata alla mia mente con assoluta indipendenza: poi ho visto che era già balenata al Goettling. Rilevo la coincidenza, che non mi sembra priva di valore.
Pag. 14, v. 203 sg. - È la prima favola che troviamo nella letteratura greca. In sostanza, la prima favola.
Pag. 15, v. 238. - Da questo verso appare quanta fosse la passione d’Esiodo pel mare.
Pag. 9, v. 314. - Qual che il tuo Dèmone sia. Intendo come intesero Proclo e Tzetze; ma certo il luogo può esser discusso.
Pag. 22, v. 369. - Perché, credo, i fondiglioli — massime quelli del vino, — si corrompono rapidamente.
Pag. 23, v. 376. - Sicuro indice della miseria dei tempi d’Esiodo questa massima, che tanto piú sorprende sulla bocca d’un campagnuolo. Quello che segue, in palese contrasto con la precedente, e tanto piú morale e ragionevole, potrebbe realmente essere una interpolazione.
Pag. 28, v. 524. - Il Senzossa (Ἀνόστεος) è creduto in genere il polpo (erroneamente tutti i commentatori dicono polipo, che è tutt’altro animale: anche il Wilamowitz; se non che pare che Polyp in tedesco significhi anche regolarmente polpo). Ma le parole che seguono sembrano indicare chiaramente che si parla di un animale vivente sulla terra, e non già nel mare. Intenderei quindi il bruco.